E’ stato reso pubblico quest’anno il secondo Rapporto sulla Salute Perinatale in Europa (European Perinatal Health Report “The Health and Care of Pregnant Women and Babies in Europe in 2010″). Il rapporto contiene l’analisi comparativa – per 29 Paesi europei – di trenta indicatori chiave raggruppati in 4 aree principali: salute feto-neonatale e del bambino; salute materna; caratteristiche delle popolazioni e distribuzione dei fattori di rischio; assistenza sanitaria.
“Di sicuro merita una particolare nota il calo dei tassi di mortalità fetale, neonatale e infantile” – dichiara il Prof. Claudio Giorlandino, presidente della Fondazione Artemisia e segretario generale SIDIP Italian College of Fetal Maternal Medicine – “un dato positivo frutto di un miglioramento dell’assistenza sanitaria e di una maggiore sensibilità verso la prevenzione e la cura delle malattie prenatali”.
Rispetto al precedente Rapporto del 2004, oltre al calo dei tassi di mortalità, alcuni fattori di rischio perinatale si sono ridotti mentre altri sono aumentati. Come aumentate risultano le gravidanze plurime e l’età media delle donne in gravidanza, fenomeno quest’ultimo particolarmente visibile in Italia.
Mentre, la frequenza del parto cesareo è aumentata in maniera omogenea, fatta eccezione per Svezia e Finlandia. In questa classifica l’Italia mantiene il primato con una percentuale del 37,8%.
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