Svezzamento, no alla guerra dei nervi

(ANSA) – Niente ”guerra dei nervi” ma estrema delicatezza e un ambiente il piu’ calmo e confortevole possibile per lo svezzamento dei bambini. E’ questo il consiglio degli esperti di nutrizione della Sip (Societa’ italiana di pediatria). Regole valide per tutti in questo campo non ne esistono poi molte, il percorso deve essere in ogni caso personalizzato – sottolineano gli esperti – anche se alcuni punti fermi e’ bene tenerli a mente. Ad esempio il periodo entro il quale bisogna iniziare, mai oltre il settimo mese: ”Il divezzamento (mai svezzamento, meglio ancora alimentazione complementare) deve iniziare in un periodo compreso tra i quattro e i sei mesi secondo la Societa’ europea di gastroenterologia pediatrica e dopo i sei mesi secondo l’Organizzazione mondiale della Sanita’, per la quale fino a quella fase e’ consigliato esclusivamente l’allattamento al seno – spiega Andrea Vania, responsabile del centro di di dietologia e nutrizione pediatrica dell’Universita’ La Sapienza di Roma e Presidente del’ Ecog, gruppo europeo obesita’ infantile – in ogni caso meglio non andare oltre il settimo mese. A dire quando e’ pronto e’il bimbo stesso, che inizia a mettere i dentini o mostra curiosita’ per il cibo”. La modalita’ migliore e’ quella di iniziare con cibi semi – solidi, che abbiano cioe’ un’importante parte liquida, per poi passare a quelli del tutto solidi, come spiega Claudio Maffeis, direttore dell’Unita’ di diabetologia, nutrizione clinica e obesita’ in eta’ pediatrica dell’Ulss 20, docente all’Universita’ di Verona. ”In sostanza meglio partire,all’inizio, dalle pappine con brodo vegetale, dalla crema di riso o di mais tapioca, poi successivamente si possono introdurre le proteine animali, come carne e pesce” evidenzia Maffeis. ”La cosa importante da ricordare,soprattutto se si utilizzano gli omogeneizzati – sottolinea inoltre Vania – e’ che devono essere senza sale, perche’ e’ bene non utilizzarlo nella dieta dei bambini fino ai due anni”. Anche per la frutta, che al bimbo puo’ essere data a fine pasto o meglio ancora a merenda, vale un discorso simile: bisogna stare attenti che gli omogeneizzati non abbiano zuccheri aggiunti. Gli alimenti che vengono introdotti a poco a poco, poi, e’ preferibile che provengano da coltivazione biologica.

Se il bimbo oppone resistenza – concordano i pediatri – bisogna provare e riprovare, senza cedere. ”Si puo’ riproporre periodicamente lo stesso alimento fino a 10,12 volte” spiega infatti Maffeis. Per favorire un corretto approccio del piccolo alla ”novita”’ e’ importante creare attorno a lui un ambiente sereno, con poche distrazioni (quindi magari senza tv) e soprattutto dare il buon esempio con un’alimentazione sana ed equilibrata: le scelte alimentari dei genitori, in particolare della mamma infatti – ricordano gli esperti – influenzano non poco il bambino.

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