(ANSA) – ROMA, 4 APR – La fecondazione assistita eterologa “é un diritto che va dato alle coppie, e in Italia abbiamo i migliori centri con i migliori risultati”. Ad affermarlo è Claudio Giorlandino, presidente della Fondazione Artemisia e segretario generale della Società Italiana di Diagnosi Prenatale e Medicina Materno Fetale, in merito al rinvio alla consulta della legge 40 sul divieto di fecondazione eterologa da parte del Tribunale di Milano.
“Per l’eterologa maschile – spiega l’esperto – il problema non si pone quasi mai viste le possibilità di prelevare anche pochissimi spermatozoi ‘intrappolati’ nel testicolo. Unico problema rimane per le donne che vanno in menopausa precoce”.
In linea di principio, osserva, “sarebbe giusto che queste donne non andassero più all’estero dove tali pratiche sono permesse. Mi chiedo però chi, in Italia, donerebbe i propri ovociti. Da noi è diverso”. Basti pensare, sottolinea Giorlandino, “che il figlio avuto con la fecondazione eterologa é spesso un figlio da nascondere. Nel senso che non viene mai detto che si è fatto ricorso a questo tipo di tecnica”.
Inoltre in Italia, “vessata da anni di Legge 40, le stimolazioni ormonali sono assolutamente equilibrate e non ci si trova mai, come in passato – rileva – ad avere esuberi di ovociti in donne sottoposte alla Procreazione medicalmente assistita. Oggi le stimolazioni sono moderate e congrue e si congela un numero moderato di ovociti o embrioni”.
Da qui la conclusione dell’esperto: “Mi chiedo allora – afferma – anche se la legge cambiasse, se poi realmente cambierebbero le cose: credo che nella maggior parte dei casi le donne andrebbero all’estero per necessità”. (ANSA).
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